sabato 4 aprile 2015

Michelangelo Merisi da Caravaggio - La Deposizione
Dipinto a olio su tela realizzato, tra il 1602 ed il 1604, conservato presso la Pinacoteca Vaticana.

LA DEPOSIZIONE DI CRISTO QUANTO GRANDE FU IL DOLORE DELLA SUA AMATA MADRE NELL'ACCOGLIERE SUL SUO GREMBO IL CORPO MARTORIATO DEL SUO FIGLIOLO, FU UN DOLORE SENZA ORDINE E MISURA.


Il dipinto, realizzato negli ultimi anni di permanenza a Roma di Caravaggio, fu lodato anche dai biografi seicenteschi, generalmente preoccupati dalla (a parer loro) eccessiva aderenza al dato naturale da parte di Merisi, poco propenso ad idealizzare soggetti e personaggi nei suoi dipinti. Tali lodi furono riportate persino da Giovanni Baglione che, con molta franchezza, scrisse:
« Nella chiesa nuova alla man dritta v'è del suo nella seconda cappella il Christo morto che lo vogliono seppellire con alcune figure, a olio lavorato; e questa dicono che sia la migliore opera di lui.»

Queste, invece, la parole di Giovanni Pietro Bellori:
« Ben tra le migliori opere, che uscissero dal pennello di Michele si tiene meritamente in istima la Depositione di Christo nella Chiesa Nuova de' Padri dell'Oratorio situate le figure sopra una pietra nell'apertura del sepolcro.»

Il dipinto rimase nella cappella fino al 1797 quando, in seguito al Trattato di Tolentino, fu rimosso dalla cappella, affidato a Giuseppe Valadier (incaricato dai francesi di prenderlo in consegna), e trasferito a Parigi assieme a molte altre opere ed infine esposto al Musée Napoleon. Unica opera di Caravaggio ad essere requisita dalle chiese di Roma, la Deposizione entrò a far parte della Pinacoteca di Pio VII, e dunque dell'odierna Pinacoteca vaticana, solo in seguito alla sua restituzione, nel 1816.

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