mercoledì 8 aprile 2015

Art by Jack Vettriano


Quando Max si metteva alla finestra per spiare le tenebre esteriori - adorava guardare dalla finestra, sebbene a sentir Max non aspettasse anima viva e niente - mi piaceva addossarmi da dietro al suo corpo, respirare i capelli di Max. Toccavo coi seni le sue scapole magre, sporgenti come alette inutilizzate; tuffavo una mano nel crespo tosone di Max, mi afferravo all'intrico, a piccole prese avanzavo esplorando, immergevo nel folto anche il viso; ruotandolo a destra a sinistra mi avvitavo nell'aureola di Max fino a perdere il senso della vista, a chiudere gli occhi inservibili, a inalare per amore o per forza l'aura pungente, estranea, che evaporava dalla pelle del suo cranio. Da ultimo Max si voltava, sorrideva con labbra vermiglie, sfiorava con unghie sanguigne le mie dita tuttora impaniate nel suo forte viluppo color tramonto, andiamo a letto, mi diceva la sua voce.

Una Chi: "Il Sesso degli Angeli"

Nessun commento:

Posta un commento