Art by Paul François Quinsac
"Cos'è la vita?" Questa è una domanda difficile. Proviamo con un' altro interrogativo. "Cosa rende la vita così ardua da vivere?"
Questa domanda è più facile. Non nel senso che sia facile rendere semplice e gradevole il vivere. Cosa diffìcilissima. è facile capire perché la vita sia così incasinata.
Cioè non è poi così semplice capirlo. Ma insomma si è detto e scritto talmente tanto che se uno ci si dedica un po', prima o poi riesce a cogliere qualche cosa almeno in termini generali
Le righe che seguono sono un sunto rapido, a uso di lettori indaffarati di tutto quello che ho visto, fatto, letto e sentito dire negli ultimi 36 anni. Ed è ovviamente uno scritto che da per scontate alcune cose perché i miei lettori sono estremamente pochi, assolutamente ben informati e piuttosto frettolosi.
Innanzi tutto stabiliamo le linee generali del discorso "Perché l'essere umano soffre?" Io non credo a un Dio cattivo.
Sappiamo che anche i ricchi possono fare una vita di merda (anche se la loro è sempre tiepida e deodorata).
E importante anche essere positivisti, cioè credere (perché di fede si tratta) che il mondo stia crescendo, che le cose migliorino e che il futuro sarà fantastico.
Bisogna convincersi che la causa del dissesto umano risiede in qualche accidente della storia.
Si tratta cioè di vedere un inizio preciso e quindi una fine possibile alle sofferenze umane.
Bhe, non esageriamo: un minimo di sofferenze ci toccano comunque. Nasciamo, moriamo e ogni tanto ci viene il mal di denti.
I nostri antenati scimmioni conoscevano questo tipo di dolore. Loro pativano però meno di noi perché non pensavano,quindi non rimuginavano, non si facevano torturare dai ricordi, non erano gelosi e non riflettevano mai sulla vaquità dell'esperienza terrena.
Poi arrivarono la capacità di pensare e di usare le mani, si inventarono le tecnologie e i costumi sociali, modificarono il comportamento. L'istinto non fu più il padrone assoluto delle azioni umane. E qui risiede il primo nodo del disastro umano.
Gli istinti non trovano più corrispondenza nella realtà. Questi meccanismi biologici potentissimi vengono invalidati dalla realtà, repressi, deviati, sostituiti.
L'essere istintivo viene compresso e disarticolato attraverso il processo di educazione, che lo rende capace di vivere nella società ma incapace di sentire i propri desideri. Su questo punto non mi dilungherò perché altrimenti la mia mamma dice che non le voglio bene e che dò tutta la colpa a lei.
Mi basterà osservare che questa contraddizione tra istinti primari e obblighi sociali è un elemento di shock enorme per le nostre menti.
Questo shock genera sofferenza ed enorme confusione.
E questa confusione è il secondo punto che ci interessa in questa trattazione perché è l'ostacolo che impedisce all'umanità di capire come vanno le cose e soffrire un po' meno. Salterò quindi di un solo balzo i problemi sessuali, le turbe psichiche, il maschilismo, l'incomunicabilità, le ossessioni per l'ordine, le fobie e l'isterismo di massa, perché certamente i miei gentili lettori già conoscono tutto su questi argomenti e hanno a noia chi ancora ne parla. Dirò solo che tutti questi elementi sono fattori sinergici di confusione.
Vorrei invece attirare la vostra attenzione su alcuni temi sui quali, haimè, ben poco è stato scritto e detto, anche negli ambienti più esclusivi come i simposi scientifici, le redazioni dei giornali e i club letterari.
Ad esempio si parla pochissimo del piacere. Cos'è il piacere? Nessuno se ne occupa seriamente.
Si fanno questionari e inchieste per stabilire quale sia la percentuale di donne frigide ma non ci si occupa di quanto e quale piacere provi chi trova gradevole avere rapporti sessuali. Così facendo non si indaga su ciò che è veramente bello.
Se lo si facesse ci si accorgerebbe che la maggioranza della popolazione, che le statistiche danno per "soddisfatta sessualmente", non è per niente soddisfatta. Il sesso non è soddisfacente per le donne e non lo è neppure per gli uomini.
Non voglio dire che potrebbe andare meglio. Voglio dire che va malissimo.
Il sesso è un'esperienza complessa. C'è emotività, istinto e raziocinio.
Il centro del rapporto sessuale è quell'elettricità che scorre tra i corpi, quel contatto intimo immateriale che gli inglesi chiamano feeling (sentire). La maggioranza della gente che le medie statistiche classificano come "sessualmente soddisfatti" sono in realtà così incasinati che non riescono a raggiungere quella tranquillità e quella disponibilità indispensabili per sentire il contatto con un altro essere umano.
Partecipano al rapporto senza esserci completamente, come attori che recitino male una parte.
E questo ci lascia completamente insoddisfatti. Sennò perché milioni di uomini andrebbero con le prostitute?
Come potrebbero accettare un rapportò così freddo e meccanico se conoscessero veramente la soddisfazione sessuale.
In realtà il rapporto con le prostitute come gran parte dell'attività sessuale umana è soltanto una rappresentazione del sesso, in cui il piacere che si prova è dato da altro che non è il contatto fisico ed emotivo.
Il piacere vero e proprio è sostituito da tutta una serie di giochi mentali, soddisfazioni di fantasie, conferme, prove. Il sesso diventa un terreno di competizione o di compensazione della solitudine o un semplice passatempo o una sorta di attività sportiva, o un luogo di trasgressione.
Ma in tutto questo il piacere sessuale più profondo, il 'sentirsi', viene perduto nell'assenza di una coscienza di sé e degli altri. La gente vive in apnea, in catalessi, sospinta da automatismi, impegnata a non accorgersi, non guardare, non sentire, non ricordarsi, non ascoltare.
La gente non sa come fare i conti tra istinto e consuetudini ed è schiacciata dal frastuono dello scontro di queste enormi forze ulteriori.
Per sfuggire al dilaniamento scivola nella non vita, nel non essere.
Potremmo dire che l'umanità ha compiuto un'evoluzione dallo stato animale a quello di macchina. L'essere emotivo pensante è ancora al di là da venire.
Facciamo un altro esempio. è assodato che esiste una frigidità femminile. è invece misconosciuto il fatto che quasi la totalità degli uomini sperimenta, oltre a una insoddisfazione generale e vari tipi di disfunzionamento sessuale (eiaculazione precoce, impotenza, incapacità eiaculatoria) anche una forma di vera e propria frigidità maschile.
Cioè il rapporto funziona normalmente con tanto di erezione e eiaculazione ma è assente la sensazione di piacere fisico che si accompagna all'orgasmo.
Ho verificato questo fatto personalmente con alcune piccole inchieste e non capisco proprio come una simile cosa possa essere assente dalla letteratura sessuale. La comprensione di queste realtà di insoddisfazione metterebbe sotto una luce diversa e permetterebbe di capire molti comportamenti maschili altrimenti relegabili soltanto nella follia o nell'anormalità.
Un'altra realtà incredibile della condizione sessuale umana, che nè il femminismo né la più smodata pornografia nè anni di educazione sessuale hanno saputo cancellare, è la disinformazione sessuale.
In realtà la gente sa poco o niente del sesso. L'accoppiamento, nella maggioranza dei casi, è di una banalità e ripetitività sconcertanti. Basta che vi guardiate un centinaio di film erotici o pomo per capire cosa sia il sesso per i registi, che sono considerati i più porconi del pianeta. Figuratevi a che livello stanno gli altri. Non credo che la percentuale degli uomini che sanno dov'è la clitoride sia alta, e certamente posso dire che è bassissima la percentuale delle donne che sanno che l'organo maschile non è tutto uguale e che c'è una zona sotto il glande che è considerabile, in quanto a sensibilità, al pari della clitoride.
Ma la gente se ne frega.
Per finire vorrei ricordare il fatto che la stragrande maggioranza delle donne non ha nessuna coscienza dell'uso della muscolatura vaginale. Fatto, questo, che da solo da la misura dei guasti di un'educazione sessuofobica.
Le donne durante l'amplesso generalmente non muovono i muscoli vaginali così che il sesso risulta molto meno piacevole per esse e per i maschi.
Un vero disastro del quale non si parla mai. Anzi le donne che conservano la loro motilità vaginale sono considerate dei fenomeni.
Un'altra grande dannazione dell'umanità è l'estetica. Tanto meno la gente si occupa della qualità dei rapporti sessuali e umani tanto più si preoccupa del look. Visto che a letto le cose non vanno benissimo si cerca di trarre soddisfazione dal contorno. L'altro o l'altra diventano oggetti da contemplare, da esporre, da possedere. Status symbol. Il rapporto sessuale come rito non finalizzato al piacere fisico e emotivo ma alla conferma (rituale) di un contratto di proprietà che da il diritto a godere, socialmente, la soddisfazione di esibirsi reciprocamente.
Così chi non riesce a sentire il feeling, si dedica a quel che riesce a vedere. Una bella donna, un' uomo affascinante, una persona importante. I meno abbienti si accontentano di qualcuno pieno di soldi.
Potremmo valutare in questa chiave molti dei comportamenti umani. La rottura della dipendenza assoluta tra azioni e istinto e l'incapacità di provare un piacere completo generano i comportamenti più svariati non solo nella sfera sessuale ma in tutti gli ambiti.
La dedizione totale al lavoro o alla squadra di calcio, l'aggressività, la violenza, la malattia mentale o fisica...
Jacopo Fo: "Diventare Dio in Dieci Mosse"
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