venerdì 6 marzo 2015


QUELLA BELLA GIORNATA DI SOLE CHE MI CAMBIO' LA VITA!


3) Le mani

All'indomani ripercorsi lo stesso tragitto sperando di rivederla, ma ciò non avvenne ed anche per altri due giorni, quando ormai avevo perso la speranza, eccola seduta allo stesso posto.
Un'emozione mai provata mi prese, arrivai affannato, lei mi sorrise invitandomi a sedere: "credevo di non rivederla più" -- "ho lavorato il pomeriggio in questi giorni" mi volle mettere al corrente: "piacere, mi chiamo Roberto, Roby per gli amici" dissi mentre allungavo la mano per stringere la sua, timorosa mi porse la sua, delicata dal tocco leggero, leggermente sudaticcia, che subito ritirò: "piacere Monica, ma tutti mi chiamano Mony".
Successe qualcosa di incredibile quando i nostri sguardi si incrociarono, vidi l'affanno che le aveva preso e un leggero rossore sulle splendide guance: "mi scusi per la mano sudata, succede quando sono emozionata" , mentre il rossore aumentava su quel volto angelico.
Si alzò di scatto: "mi scusi ma devo andare,arrivederci" disse mentre rimetteva in borsa il libro, non prima di aver segnato la pagina depositando un fiore tra le pagine.
La vidi allontanarsi con passo deciso, era un sogno che si allontanava da me, feci fatica a riprendermi, cosa mi stava succedendo, con tutte le donne che ho avuto, cosa aveva questa di particolare da colpirmi in questo modo?


4) L'invito

Il giorno dopo ripercorro lo stesso tragitto e vedo lei sempre seduta su quella panchina un po' isolata.
Mi presento con dei libri nella sacca e dopo un saluto di circostanza le mostro il contenuto: "ho pensato bene di regalarle questi libri, da anni nella mia libreria, sono tutte storie d'amore che non ho mai letto" le presi la mano senza sapere se stringerla, baciarla o metterla fra le pagine di un libro.
Gli sguardi non riuscivano più staccarsi dai nostri visi, bastò un gesto non voluto a far si che i nostri corpi si toccassero.
Una scossa da 10.000 Volt non avrebbe fatto quell'effetto, avvicinai il viso al suo dandole un lieve bacio sulla guancia.
Era quello che volevamo sin dal primo momento.
Tutto era predisposto da non si sa chi, le labbra si sfiorarono, sentii il suo delicato profumo di mughetto.
Ci staccammo intimoriti da quel fuoco che sentivamo dentro di noi, ci guardammo esterrefatti per quello che era successo;
un'attrazione mai provata ci aveva buttato tra le braccia.
Lei vergognosa abbassò lo sguardo: "cosa ci è successo, per sentire quest'attrazione improvvisa" dissi, preoccupato di aver rovinato quell'amicizia appena cominciata.
Fu lei per prima a darmi del tu: "sei quello che cercavo da tempo, un uomo dolce e gentile, ho bisogno di sentirmi amata" mi prese le mani e se le portò in grembo come se volesse cullarle.
Mi chinai su di lei e la baciai dolcemente.
Lei aprì le labbra per accogliere la mia bocca, un bacio che ci fuse in un abbraccio pieno d'amore.
Rimanemmo cosi non so per quanti minuti, le persone che passavano avevano capito che era nato un nuovo amore tra quelle due anime solitarie.
Storditi ci guardammo e cominciammo a ridere, la felicità era entrata nei nostri cuori.
Parlammo di tutto cercando di conoscerci meglio, poi subentrò l'intimità.
Desideravamo toccarci continuamente..
Senza un segnale preordinato ci alzammo, raccogliemmo tutte le nostre cose e ci incamminammo verso l'uscita tenendoci per mano, con quei gesti tipici degli innamorati: " vieni da me Roby" mi sussurrò guardandomi negli occhi.

Continua....

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