Marmo di Carrara, h cm 92, con il letto cm 160
Non senza destare un certo scalpore fra i contemporanei, la principessa vestì le sembianze della dea Venere vittoriosa nel giudizio di Paride per esaltare il proprio rango sociale e dinastico e la sua celebrata bellezza.
Paolina giace seminuda su una dormeuse in legno dipinto decorata da inserti dorati e tra le dita sottili presenta il pomo, attribuito alla dea in segno di riconoscimento della sua supremazia fra le divinità femminili. Grazia antica e artificio compositivo si accordano con la resa naturalistica, quasi pittorica, dei morbidi incarnati e dei veli leggeri che le coprono i fianchi.
Il genere del ritratto divinizzato, di ispirazione antica, era giá stato sperimentato da Canova nel Napoleone come Marte pacificatore. Lo scultore divenne l'interprete per eccellenza della glorificazione dinastica dei napoleonidi.
Dopo essere stata trasportata presso la residenza torinese di Camillo e in seguito nel romano Palazzo Borghese di Campo Marzio, la statua di Paolina giunse nel Casino Pinciano nel 1838 e solo dal 1889 fu collocata nella sala I, in accordo con i temi narrati dai quadri riportati sul soffitto con le Storie di Venere e di Enea.
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