sabato 14 marzo 2015

Art by Jeremy Mann


Era davanti a me. Il cappotto lungo, i capelli lunghi neri, sulle spalle. Mai avuta la possibilità di scambiare quattro chiacchere per tutta una serie di cose per prima un marito gelosissimo lei, ed io una moglie altrettanto gelosa. Ma quelle rare volte che capitava di vederci c’erano quegli occhi neri che sorridevano, quelle labbra piene, carnose,quel profumo non profumo della sua pelle, quel modo indolente di parlare sorridendo.
Certo che mi piaceva, certamente troppo, avrebbe potuto essere un’avventura, ma la paura di un suo rifiuto, o peggio ancora di una sua mortificazione mi rendevano guardingo.
E mi dicevo: – non è che una donna, una delle tante che hai conosciuto, lascia perdere, lascia le cose come stanno! non crearti problemi.
Discorso magari maschilista, anche se quegli occhi sorridenti mi facevano soffrire.
Allungo il passo, la raggiungo.
Ciao!
Ciao!, ma non ci davamo del lei? 
-Si! dico cercando di farla andare verso il lato sinistro del viale, in modo da metterla un po meno in vista.
C’era quel suo profumo di pelle curata che mi si versava addosso che mi faceva star male, ed una voglia di stringermela che mi faceva tremare le mani strette a pugno nelle tasche del giubbotto.
Ho voglia di te. Una disperata, folle, impossibile voglia di te
Dovevo avere una tale espressione in volto da farle pena perché non disse nulla. Continuava a guardarmi senza indignazione ne cattiveria: si era però girata per trovarsi di fronte.
Si ho voglia di te, del tuo viso, del tuo corpo, del tuo profumo, dei tuoi occhi. E’ divenuto un incubo. Quei pochi ricordi che ho, continuano a danzarmi nella notte davanti agli occhi. Te con un vestitino a fiori ed i capelli tirati su, oppure con un vestitino bianco i capelli raccolti in alto a correre leggera come una farfalla, mentre cerco di indovinare il tuo sesso tra gli slip, per immaginarne il colore e la forma. Vedi, non pensare che sia uno alla ricerca di una avventura, ho avuto come tanti altre donne belle, ma tu mi sei entrata nella pelle in modo unico: non faccio che pensarti. Come tanti ho amato, ma con te è diverso, ho voglia di te, di poterti toccare ovunque, di sentirti mia, sempre.
Faceva freddo. Si era irrigidita un poco. Mi guardava con un’aria strana senza mostrare sentimenti. Mi guardava e basta forse con un pizzico di ironia, ma senza risentimento.
Ho tanta, troppa, voglia di te. Mi chiedo che farne di questa voglia. Me la tengo aspettando che passi? Volevo dirti queste cose e sono contento di averlo fatto. Ora che le ho dette forse mi sento meglio. Vorrà dire che cercherò di non incontrarti più. Sarà meglio così !
Devo proprio andare, disse lei improvvisamente, per me si è fatto tardi. Vuol dire che semmai dovessimo incontrarci un giorno sarà meglio darci del tu.
Si era girata di colpo, spandendo profumo, per poi allontanarsi in fretta.

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